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Il latte piemontese alla prova dei mercati: difficoltà all’orizzonte, ma costi sotto controllo


Le prospettive del comparto analizzate a Marene nel convegno di Confagricoltura Piemonte, Cuneo e Torino

 

“Dai dati illustrati questa mattina emerge come il comparto lattiero caseario italiano e piemontese sarà, con ogni probabilità, chiamato ad affrontare mesi non semplici per via di numerosi e imprevedibili fattori ed è dunque fondamentale mettere in campo tutta la resilienza di cui le aziende agricole sono capaci per affrontare unite le prossime sfide, tenendo sotto controllo i costi di produzione ed essendo particolarmente accorti nel programmare nuovi e mirati investimenti”, così il direttore di Confagricoltura Piemonte, Paolo Bertolotto, riassume la mattinata di analisi e confronto tra tecnici e allevatori avvenuta a Marene in occasione del convegno “Dinamiche di mercato e competitività della filiera lattiero-casearia italiana” organizzato da Confagricoltura Piemonte, Confagricoltura Cuneo e Confagricoltura Torino, in collaborazione con la cooperativa Lait Service. 

 

Dopo i saluti istituzionali portati in videocollegamento dal sindaco di Marene, Alberto Deninotti, e dal presidente della Camera di Commercio di Cuneo, Luca Crosetto, Guido Oitana, presidente della Sezione economica Latte di Confagricoltura Piemonte, ha sottolineato l’importanza del convegno per capire come le dinamiche di mercato influenzino il settore e ha ricordato il Tavolo latte convocato dal MASAF per il 2 dicembre, come richiesto da Confagricoltura a livello nazionale, per esaminare una situazione di mercato in rapida evoluzione.

 

A seguire, si è entrati nel vivo dei lavori moderati da Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo, con l’intervento degli analisti Mirco Devincenzi e Alberto Lancellotti di CLAL, che hanno offerto una panoramica sulle prospettive e sfide del mercato lattiero-caseario. Se, da un lato, il comparto vive un 2025 favorevole a livello globale per ciò che riguarda l’andamento climatico che incide sulle produzioni di materie prime, soia e mais su tutte, e vede costi di produzione in calo (-19% l’energia elettrica e -22% il gas metano su novembre 2024) o stabili (alimentazione e fertilizzanti), dall’altro lato occorre fare i conti con una produzione in crescita a livello mondiale del 4,4% rispetto al settembre 2024, come non si vedeva dal 2014. Un trend analogo (+4,3%) il CLAL lo registra per le consegne di latte in UE, trainate da Paesi come Olanda (+6,8%), Francia (+5,9%), Polonia (+5,2%) e Germania (+4,9%). Leggermente distante l’Italia con un +2% (sottodimensionato). 

 

La domanda, inoltre, vede le esportazioni di prodotti lattiero caseari europei scendere del 1,7% rispetto all’anno scorso, mentre aumentano le scorte. Questo tende a rallentare e a spingere verso il basso le quotazioni del latte e dei diversi prodotti derivati (burro, polveri e formaggi). L’export può rappresentare una valvola di sfogo importante per il settore che è chiamato però a esplorare nuovi mercati, soprattutto al di fuori del Vecchio Continente (Sud America e Asia, in primis).

 

Gabriele Trebeschi, direttore della Cooperativa Produttori Latte Indenne della provincia di Brescia, ha invece portato l’esperienza del mondo cooperativo bresciano, illustrando genesi e struttura della realtà da lui diretta insieme alla Cooperativa Produttori Latte del Comune di Brescia e alla società agricola cooperativa Biesse Latte. Per il territorio bresciano, il comparto lattiero caseario vale il 44% dell’intero settore agricolo provinciale e questa elevata e specifica vocazione ha stimolato la nascita di un sistema cooperativistico che regola buona parte dei 1.400 allevamenti e dei loro 320mila capi da latte (il 13% del latte italiano). Attraverso la diversificazione della commercializzazione del prodotto le cooperative sono riuscite a garantire ai loro associati quotazioni che nel 2025 hanno toccato quota 70 centesimi.

 

A trarre le conclusioni della mattinata Tommaso Visca, presidente di Lait Service, che vedendo le previsioni per i prossimi mesi illustrate dal CLAL ha invitato gli attori del comparto a organizzarsi sempre meglio concentrando per quanto possibile l’offerta, annunciando su questo fronte l’avvio di un percorso che porterà la cooperativa ad aderire a Piemonte Latte, proprio per la volontà di compattare ulteriormente il latte gestito e destinarlo al meglio sui mercati che lo richiedono.

 

In Piemonte sono presenti circa 1.300 allevamenti da latte, per un totale capi che sfiora le 230mila unità, localizzati per la maggior parte nelle province di Cuneo (41% delle aziende, 52% dei capi) e Torino (39% delle aziende, 33% dei capi). Il nostro territorio si conferma anche nel 2025 una delle regioni leader per la produzione di latte, con circa il 9% delle consegne nazionali.