È consentito l’ingresso e il soggiorno in Italia per motivi di lavoro subordinato, anche al di fuori delle quote stabilite annualmente dal cosiddetto “decreto flussi”

agli stranieri residenti all’estero che siano discendenti di cittadini italiani. Tale possibilità è riconosciuta a condizione che tali individui siano in possesso della cittadinanza di uno Stato che storicamente è stato meta di consistenti flussi migratori italiani. In questo modo si intende favorire il ricongiungimento con le radici italiane e valorizzare il legame culturale e familiare con i discendenti delle comunità italiane all’estero.