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La Commissione europea propone una revisione della direttiva sulle emissioni degli stabilimenti produttivi


La Commissione europea ha presentato una proposta legislativa che mira ad aggiornare la direttiva attualmente in vigore sulle emissioni. La revisione, che dovrebbe imporre nuovi obblighi agli insediamenti produttivi, allevamenti compresi, a partire dalla seconda metà di questo decennio, intende contribuire ad offrire certezze sugli investimenti a lungo termine. L’impostazione della proposta riprende quella della direttiva sulle emissioni industriali, che al momento si applica a circa 50.000 grandi impianti industriali ed allevamenti intensivi nell’UE. Questi impianti sono tenuti a rispettare determinate condizioni di emissione applicando le “migliori tecniche disponibili” per ciascuna attività, stabilite congiuntamente dall’industria, dagli esperti nazionali e della Commissione e dalla società civile. Le nuove norme prendono in considerazione ulteriori fonti di emissione ed intendono migliorare l’efficienza del sistema di autorizzazione, ridurre i costi amministrativi, aumentare la trasparenza e fornire maggiore sostegno alle tecnologie pionieristiche e ad altri approcci innovativi. Le nuove norme si applicherebbero gradualmente agli allevamenti di bovini, suini e pollame di maggiori dimensioni che rappresentano circa il 13% delle aziende agricole commerciali europee e che, collettivamente, secondo la Commissione, sono responsabili del 60% delle emissioni di ammoniaca e del 43% di metano prodotte dal bestiame dell’UE. Tutte le aziende agricole interessate godranno di un regime di autorizzazione più snello, poiché le loro operazioni sono più semplici rispetto a quelle degli impianti industriali. Gli obblighi previsti dalla proposta legislativa terranno conto delle dimensioni dell’azienda e della densità di bestiame, mentre la PAC rimarrà la fonte principale per il sostegno della transizione.

Per quanto riguarda i tempi, la direttiva, quando dovesse essere approvata, dovrà essere recepita a livello nazionale entro 18 mesi. Successivamente saranno elaborate le migliori tecniche disponibili: una volta adottate dalla Commissione, gli agricoltori dovranno adeguarvisi entro tre anni ed i gestori di impianti industriali entro quattro anni.