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Agricoltura e dimore storiche, Confagricoltura: legame di storia, cultura ed economia del paese


Presentato il VI Rapporto dell’Osservatorio sul Patrimonio Culturale Privato

 

L'agricoltura rappresenta una quota importante e un valore trainante nell'ambito delle dimore storiche italiane, essendo a tutti gli effetti un'attività economica sostenibile in questo contesto e non marginale.

 

E' quanto emerge dal VI Rapporto dell’Osservatorio sul Patrimonio Culturale Privato presentato stamani dall'ADSI a Roma e al quale Confagricoltura ha partecipato attivamente alla stesura.

 

Il settore primario è uno dei principali motori di sviluppo locale, specie in aree interne e rurali: se il 60% delle dimore svolge attività produttive, la ricettività e la gestione immobiliare rappresentano il 45,7%, l’agroalimentare e vitivinicolo il 17,3%.

Il 39% delle dimore con attività agricola ottiene oltre ¾ del proprio reddito proprio dall’agricoltura, a conferma che si tratta quindi di un’attività strutturale, e non collaterale. Il dato è in crescita rispetto al 2023 (+17%), in linea con l’andamento nazionale di aumento della produzione agricola e del valore aggiunto.

 

"Le potenzialità di questo patrimonio privato, che di fatto è un bene pubblico diffuso - ha detto il direttore generale di Confagricoltura Roberto Caponi, relatore alla presentazione del Rapporto - sono state colte già 60 anni fa dalla nostra Confederazione attraverso Agriturist, che per prima ne ha esaltato la vocazione enogastronomica e ricettiva".

 

"Oggi è importante - ha aggiunto - che i proprietari delle dimore siano messi nelle condizioni di poter continuare a preservare questo patrimonio fortemente identitario dei territori. C’è infatti il rischio che fondi immobiliari stranieri guardino con sempre maggiore attenzione ai piccoli borghi per investire nelle dimore storiche italiane. E’ preferibile, al contrario, non interrompere il legame concreto con chi il bene lo conosce e lo mantiene con impegno, investimenti, costanza".

 

C'è infine il tema delle infrastrutture materiali e immateriali: il 29% delle dimore storiche si trova infatti in borghi con meno di 5.000 abitanti. “A livello nazionale - ha concluso Caponi - lo sviluppo delle aree interne e dei borghi rurali va sostenuto con una precisa politica di investimenti e semplificazioni burocratiche, economiche e fiscali per i territori montani, collinari e le aree interne, che trainano il turismo del Paese e registrano un interesse crescente”.