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Con il nuovo DL Bollette in cinque anni azzeramento degli incentivi con rischio chiusura per gli impianti a biogas e biomasse del territorio


Confagricoltura Piemonte ritiene insostenibile la proposta di annullamento graduale dei Prezzi Minimi Garantiti e ne chiede la modifica

 

La bozza del nuovo Decreto-legge Bollette sta sollevando molta apprensione nel mondo agricolo a causa della revisione del meccanismo dei Prezzi Minimi Garantiti (PMG) per gli impianti a biogas e biomasse: la proposta attuale prevede una riduzione annua del 20% degli incentivi, per arrivare al loro azzeramento nei prossimi 5 anni, oltre ad escludere tutti quegli impianti con incentivi in scadenza che non hanno ancora provveduto a presentare domanda. Confagricoltura Piemonte è molto critica rispetto a quanto si prevede di introdurre.

 

Questa scelta, se confermata, rischia di innescare un vero e proprio effetto domino – spiega il presidente Enrico Allasiamolte realtà agricole hanno investito pesantemente negli ultimi quindici anni per integrare la produzione energetica nelle loro attività. Tagliare i prezzi minimi garantiti significa, per molte di esse, affrontare il rischio concreto del fallimento”.

Questi impianti non servono solo a produrre energia elettrica verde e programmabile. Sono essenziali per gestire in modo ecologico i residui agricoli e i reflui degli allevamenti, trasformandoli in digestato (un fertilizzante naturale) e riducendo le emissioni in atmosfera. Senza di essi, verrebbe meno un pilastro della tutela di suolo e acqua.

“L’azzeramento graduale (decalage) previsto per il meccanismo dei PMG è operativo dal 2024 – prosegue Allasia - e le imprese hanno avviato ingenti interventi di adeguamento, sia tecnico (adeguamento motori, grazie anche agli specifici interventi previsti dal bando PNRR “Pratiche Ecologiche”), sia amministrativo, per adeguarsi alle stringenti norme in materia di sostenibilità dei biocombustibili. Vedersi togliere il sostegno proprio ora renderebbe vano tutto il lavoro tecnico e amministrativo svolto”.

Confagricoltura, a livello nazionale, si è rivolta direttamente al ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin con una lettera in cui ha chiesto un intervento immediato per una revisione profonda della norma, definendo la proposta attuale insostenibile. L’obiettivo è salvare una filiera che garantisce resilienza e autonomia a tutto il settore primario italiano.

 

Confagricoltura ha sempre creduto e investito nel comparto delle energie rinnovabili, e ora intende difenderlo quale parte integrante del reddito e dello sviluppo delle aziende agricole che vogliono guardare al futuro e alla transizione energetica – conclude Enrico Allasia. Ritengo un controsenso finanziare da una parte il revamping (ristrutturazione e ammodernamento) degli impianti a biogas e dall’altra tagliare gli incentivi in questo modo. Davanti a uno scenario così instabile, infine, il rischio è che il mondo creditizio non finanzi più gli investimenti in questo settore”.