Nuova legge sulle zone montane 2025
Il Senato ha approvato in via definitiva il Disegno di legge per le zone montane, che introduce un quadro organico per il riconoscimento e la promozione delle zone montane, colmando un vuoto storico e valorizzandole come territori strategici dal punto di vista ambientale, sociale ed economico.
La legge si fonda sull’art. 44 della Costituzione e sui principi europei di coesione territoriale, riconoscendo la montagna come bene comune. Due gli assi portanti: la funzione strategica (tutela di ambiente, risorse naturali, paesaggio e cultura) e quella socio-economica (contrasto allo spopolamento, rafforzamento delle comunità, risposta a crisi climatica e demografica).
Elemento innovativo è la nuova classificazione dei comuni montani, che sarà definita annualmente tramite decreto della Presidenza del Consiglio su base altimetrica e morfologica. Ciò permetterà di delimitare con precisione i benefici, evitando dispersioni. Contestualmente, il Governo riceve delega per riordinare le agevolazioni in modo sistematico. Tale classificazione non inciderà però su PAC e IMU.
Viene istituita la Strategia per la Montagna Italiana (SMI), piano triennale di coordinamento delle politiche statali, regionali ed europee, in sinergia con la Strategia nazionale aree interne, la Strategia forestale e le Green Communities. La legge fa leva sul Fondo per lo sviluppo delle montagne italiane (200 mln di euro/anno), destinato a interventi sia locali sia nazionali.
Il cuore del provvedimento è il potenziamento dei servizi essenziali:
• Sanità di montagna: incentivi a medici e operatori, punteggi nei concorsi, crediti d’imposta per abitazioni;
• Scuola di montagna: sostegno a pluriclassi, incentivi al personale e agevolazioni per l’alloggio;
• Università e ricerca: borse di studio e progetti formativi legati alla montagna;
• Giustizia: interventi per tribunali carenti;
• Comunicazioni: banda ultralarga, telemedicina, riduzione del digital divide.
Il Capo IV affronta la gestione sostenibile del territorio: valorizzazione di pascoli e boschi, promozione della certificazione forestale e delle produzioni agroalimentari di qualità, tutela degli ecosistemi (compresa la convivenza con grandi carnivori), monitoraggio di ghiacciai e risorse idriche, salvaguardia di alberi monumentali.
L’agricoltura, la zootecnia e la gestione forestale vengono riconosciute come presìdi strategici per reddito, occupazione, tutela del paesaggio e prevenzione del dissesto idrogeologico. Entro 12 mesi saranno definite linee guida nazionali per recupero di pascoli e boschi, certificazione forestale, valorizzazione energetica del legno e sostegno ad associazioni e cooperative per superare la frammentazione fondiaria.
Sul piano finanziario, è introdotto un credito d’imposta (10%, elevabile al 20% per comuni sotto i 5.000 abitanti con minoranze linguistiche) per investimenti agricoli e forestali in servizi ecosistemici e manutenzione del territorio, valido per il periodo 2025-2027. I comuni montani potranno affidare lavori di sistemazione idraulica, gestione forestale e sentieristica direttamente a imprenditori agricoli e consorzi locali. È vietato il subaffitto dei pascoli a uso civico, pena la risoluzione dei contratti.
Infine, un tavolo tecnico interministeriale sarà istituito per promuovere la ricomposizione fondiaria, agevolando compravendite di terreni agricoli sotto i due ettari e relativi fabbricati rurali.
In sintesi, la legge inaugura una nuova fase per le politiche di montagna, basata su riconoscimento costituzionale, rilancio demografico, sostenibilità, equità territoriale e sostegno concreto ad agricoltura, servizi e comunità locali.