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"Senza agricoltura non c’è Europa”: l'intervista del presidente Giansanti su “Il Newyorkese”


“Dazi, tagli alla PAC e transizione mal gestita stanno mettendo in crisi il comparto. Servono scelte concrete e strutturali” lo ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, in un’intervista rilasciata su “Il Newyorkese”, lanciando un appello alle istituzioni europee.

Tra le principali criticità evidenziate, Giansanti ha indicato le tensioni commerciali con gli Stati Uniti, i danni del cambiamento climatico e le nuove proposte di bilancio della Politica Agricola Comune. "I dazi al 15%, uniti alla svalutazione del dollaro, equivalgono a un dazio aggiuntivo che rende i prodotti europei ancora più costosi per i consumatori americani", ha spiegato, sottolineando i possibili effetti negativi sull’export agroalimentare italiano. “Sembrerebbe un danno pesante per l’agricoltura italiana ed europea. Per molti settori si mette a rischio la redditività”.

“L’Europa è una grande potenza economica e politica, con un mercato importante. Eppure, troppo spesso non riesce a esercitare fino in fondo il proprio peso nei negoziati internazionali. – ha rimarcato Giansanti - Anche in questo caso, come già accaduto con il fondo unico per la PAC, la presidente von der Leyen è venuta meno agli impegni assunti con gli agricoltori europei. Le scelte compiute stanno mettendo in difficoltà l’intero comparto agroalimentare europeo”.

Quanto alla crisi climatica, Giansanti ha riportato dati allarmanti: “Nel 2024, in Italia, abbiamo registrato oltre 350 fenomeni estremi. Le perdite per l’agricoltura ammontano a miliardi di euro. Solo per la siccità, nel 2023, i danni sono stati stimati in 7 miliardi”. Da qui l’appello a un cambio di approccio: “Non possiamo più inseguire le emergenze: servono misure strutturali. Infrastrutture irrigue, recupero delle acque, varietà vegetali più resistenti, tecniche innovative di coltivazione. E polizze assicurative più semplici e accessibili”.

Sul fronte della transizione ecologica, Giansanti ha ribadito la necessità di conciliare sostenibilità ambientale ed economica: “Il Green Deal ha mostrato limiti evidenti: ha caricato gli agricoltori di vincoli senza fornire risorse adeguate. Non possiamo immaginare sostenibilità ambientale ed economica in direzioni opposte: devono viaggiare insieme”.

Non meno dure le parole sulla proposta della Commissione europea per la prossima PAC: “La proposta è inaccettabile: tagliare oltre 80 miliardi di euro ai pagamenti diretti significa indebolire la produzione europea e compromettere la sicurezza alimentare. Siamo di fronte a una dichiarazione di guerra. L’agricoltura è stata per oltre 60 anni il pilastro dell’Europa: oggi la si sta smantellando. Così rischiamo di dire addio a una visione comune: è l’inizio dello smantellamento dell’UE. La presidente von der Leyen si assume una responsabilità enorme”.

Guardando al futuro, Giansanti ha indicato tre priorità su cui investire: “Innovazione, sostenibilità e giovani. Innovazione significa tecnologie digitali, agricoltura di precisione, ricerca genetica. Sostenibilità vuol dire cibo sicuro e di qualità, riducendo sprechi e consumo di risorse naturali. E poi i giovani: senza nuove generazioni e senza formazione, non c’è futuro per l’agricoltura italiana ed europea”.

In quest’ottica si inserisce anche l’accordo annunciato durante l’Assemblea nazionale dell’8 luglio tra Confagricoltura e Università Bocconi. “È un accordo strategico. L’agricoltura ha bisogno di idee nuove e competenze economiche per affrontare le sfide globali. Vogliamo costruire un’agricoltura che non subisce il cambiamento, ma lo guida”.

Giansanti ha infine delineato gli obiettivi principali di Confagricoltura: “Nel breve termine dobbiamo difendere un bilancio PAC adeguato, semplificare le regole, rafforzare la gestione del rischio e garantire accesso ai mercati internazionali. Nel lungo periodo, puntiamo a un’agricoltura più competitiva e sostenibile, con più innovazione, più tecnologia e più giovani. Vogliamo che gli agricoltori siano protagonisti del cambiamento, non vittime delle crisi”.